Sono situate in un paesaggio fiabesco, pieno di verde e di sorgenti. Il canyon presenta impressionanti pareti verticali lisce, affacciate su profonde pozze e laghi, oltre a cascate e ruscelli. Si tratta in pratica di circa 1.600 metri di roccia calcarea alla cui foce ci sono due sorgenti contigue (Uno dei tipici fenomeni carsici frequenti nel Cilento, terra ricca d’acqua). Il canyon può essere visitato con cautela, prestando particolare attenzione alla scivolosità delle rocce. Partendo dal ponte in ferro si segue un piccolo sentiero lungo un campo di terreno coltivato. Questa strada è generalmente poco frequente, e non è escluso che chi vi entra abbia difficoltà a camminare tra vari rovi e cespugli.
La Gola profonda del Sammaro rivela segreti di emozionante bellezza. E’ la bellezza incontaminata dei Monti Alburni, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Qui siamo sulle “Dolomiti del Sud”, un territorio di conformazione carsica ricco di torrioni e cuspidi, doline e falsopiani, tante grotte, fiumi e laghetti, ruscelli e cascate. Qui i percorsi d’acqua diventano tragitti per straordinarie escursioni, alla scoperta di maestosi scenari naturali, antiche tradizioni e preziosi luoghi dell’anima.
Il Sammaro è un fiume che nasce da acque sorgive perenni alla falde del Monte Purolo, nel comune di Sacco, per poi confluire prima nel Ripiti, poi nel Fasanella e infine nel Calore salernitano.
Le sorgenti del Sammaro sono situate nella parte terminale di una gola impressionante, una grande “spaccatura” nella roccia calcarea lunga circa 1600 metri, sovrastata da un ponte in cemento alto oltre 150 metri.
Tra i ponti ad arcata unica più alti d’Europa, ultimato alla fine degli anni ’60 per collegare Sacco e Roscigno, il ponte di Sacco regala una magnifica vista panoramica sugli Alburni. Da brividi affacciarsi dal ponte sull’orrido sottostante dove, sul fondo, il percorso della gola taglia un foltissimo bosco di macchia mediterranea.Da Sacco si scende a piedi o in auto fino all’inizio del sentiero mappato del Parco, breve e senza difficoltà. Il sentiero procede tra l’ombra di faggi e castagni, tra rovi, rivoli e, talvolta, greggi di pecore al pascolo. Una tradizione, quella dei pastori, che continua immutata fin dall’età del bronzo, come dimostrano i resti di una comunità preistorica ritrovati nella vicina Grotta di Jacopo.

Nelle acque limpide e incontaminate del Sammaro vive indisturbata la lontra, mammifero a rischio estinzione che qui trova il suo habitat ideale.
La purezza dell’acqua si sposa con il bianco delle rocce ed abbaglia chi cammina sulle sponde.
Più ti avvicini alle sorgenti, più l’animo diventa lieve. Quando poi arrivi alla meta, scopri un autentico angolo di paradiso che ti lascia senza fiato.
Il Sammaro fuoriesce in superficie in una forra alta e stretta, custodita da una grande portale naturale e sovrastata da una lussureggiante vegetazione.
La luce penetra tra gli anfratti e i rami degli alberi, colorando le rocce e l’acqua con mille sfumature di azzurro e verde.
L’acqua risale rumorosa e impetuosa da una grotta buia e profonda, una grande bocca terrestre che evoca la grandiosità e il mistero della natura. Il periodo consigliato per le escursioni è in primavera oppure in autunno, ma la portata del fiume è notevole anche in piena estate.
Oltre ad essere meta di trekking, le sorgenti sono il traguardo di un bellissimo percorso di canyoning (torrentismo) lungo la gola.