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Vipava Valley: Regno del Vino

Gli anni del regime socialista jugoslavo sono stati duri, ma alla fine hanno anche permesso la sopravvivenza di una viticoltura piccola ma molto interessante, salvaguardando almeno due dei vitigni autoctoni di questa valle che si snoda lungo il fiume Vipava, dall’altra parte del Collio e del Carso. Vini freschi e di carattere, spesso realizzati in biodinamica e con macerazione sulle bucce o in anfora. Vipava Valley è una vallata di una quarantina di chilometri, che da Nova Gorica scende verso sud-est, protetta da rilievi montuosi che corrono paralleli fino a stringersi e sfiorarsi verso Podbreg. Sul lato sud-ovest la terra s’increspa e sale verso i primi contrafforti dell’altopiano del Carso. Dalla parte opposta si stagliano le alture della Selva di Trnovo e la massiccia sagoma calcarea del Monte Nanos, con le sue ripide pareti rocciose. Al centro della Valle scorre il fiume Vipava (Vipacco in italiano).Il clima della Valle è una fusione d’influssi mediterranei, continentali e alpini, che creano condizioni molto particolari. Le estati sono calde e secche e gli inverni, miti nel fondovalle, ma con abbondanti nevicate sui vicini rilievi. I versanti coltivati a vigneto sono sempre ben soleggiati e costantemente battuti dai venti. Le fredde raffiche di Bora soffiano da nord-est scendendo veementi dai monti fino a raggiunge i 200 chilometri orari. Nei rari momenti di tregua, da sud-ovest risale il Mornik, un vento caldo che contribuisce a rendere il clima mite e temperato. La Vipava Valley è una vera culla naturale per la vite, che anche grazie a escursioni termiche tra il giorno e la notte, porta a maturazione grappoli dagli aromi intensi.Nella Valle della Vipava la viticoltura ha origini antichissime, che risalgono alla dominazione romana e forse addirittura ai tempi dei Celti. Il primo trattato sul vino in lingua slovena è stato scritto nel 1844 proprio da un sacerdote della Vipava: Matija Vertovc. Quasi tutti i viticoltori ne conservano gelosamente una copia, come fosse una bibbia del vino. Nel 1873 a Slap è stata creata la prima scuola di viticoltura e nel 1894 è nata la Cantina Cooperativa di Vipava: il tessuto produttivo è costituito da piccole aziende familiari con pochi ettari di vigna, eredità delle vecchie fattorie rurali della Jugoslavia di Tito. In Slovenia le cantine indipendenti hanno una storia recente, che risale alla fine egli anni ’80. Durante il regime socialista, le uve erano conferite alle cantine sociali.La zona è particolarmente vocata per le uve a bacca bianca, che ancora oggi rappresentano la percentuale più alta e qualitativamente più interessante della produzione. I vitigni storicamente più diffusi sono ribolla gialla, malvasia, zelèn, pinela, e gli internazionali sauvignon blanc, chardonnay, riesling italico e pinot grigio.I vitigni a bacca rossa sono stati introdotti nel corso nel Novecento e tranne rare eccezioni, non raggiungono il livello dei bianchi. Tra i rossi, si coltivano prevalentemente merlot, cabernet sauvignon

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